Ama, pescatrici di sogni preziosi.

Ama - Perle Akoya

Lo sapevate che esistono o forse sarebbe meglio dire esistevano delle pescatrici  molto speciali che avevano il compito di tradurre in realtà i sogni degli amanti delle perle?

L’origine della conoscenza di queste gemme è lontanissima, ed è interessante sapere che anche in questo caso si è venuti a conoscenza della loro esistenza grazie alla necessità di procurarsi del cibo.

 

Grazie quindi alle pescatrici di questi molluschi deliziosi che oggi possiamo conoscere e  indossare le famose perle  Abalone!

 

Un regalo decisamene prezioso unito a quello della gustosa carne del mollusco che solitamente in Giappone si propone a tavola in versione  Sashimi.

 

Pescatrice Ama
Pescatrice Ama

 

Perle naturali caratterizzate da colori unici e sfumature arcobaleno che alimentano ed ispirano la creatività  dei gioiellieri che le  utilizzano per creare gioielli straordinari.

Ostrica Awabi_Abalone
Ostrica Awabi_Abalone
perla Abalone
perla Abalone
perla Abalone
perla Abalone

 

Vi propongo lo splendido servizio fotografico che Fosco Maraini  ha fatto nelle isole di Hèkura e Mikurìa  al largo delle coste occidentali del Giappone, dove vivevano e lavoravano le Ama, gruppo etnico di pescatrici dai tratti culturali originali.

Pescatrice Ama
Pescatrice Ama
Pescatrice Ama
Pescatrice Ama
Pescatrice Ama
Pescatrice Ama
Pescatrice Ama
Pescatrice Ama

 

 

Fra questi tratti, quello più affascinante e peculiare era la pesca di un particolare mollusco, l’awabi, che costituiva la principale occupazione dei mesi estivi e la fonte di reddito principale dell’intera comunità Ama.

 

Ama_11

Pescatrice Ama
Pescatrice Ama
Pescatrice Ama
Pescatrice Ama
Pescatrice Ama
Pescatrice Ama
Pescatrice Ama
Pescatrice Ama

 

A Hèkura, la pesca degli awabi era un compito tradizionalmente riservato alle donne, che la praticavano in apnea sui fondali davanti all’isola, in alcuni casi profondi anche venti metri.

 

Il reportage mostra le pescatrici Ama, donne dai corpi giovani e atletici, rivestite con l’indumento tradizionale, il kuroneko, mentre svolgono il loro lavoro quotidiano, che consisteva nell’immergersi in mare in apnea fino a 20 metri di profondità, utilizzando una lama ricurva per staccare il mollusco e portarlo in superficie per posarlo in un cesto galleggiante.

 

Un mondo sconosciuto e una tradizione destinata a scomparire per sempre.

 

Oggi esistono ancora poche donne, ormai anziane, che praticano questa pesca, ma con attrezzature diverse e moderne.

Credo questa fondamentale testimonianza di un mondo scomparso sia il giusto tributo al lavoro di donne straordinarie che hanno scritto una pagina memorabile della storia delle perle.

 

 

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